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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

LA MACCHINA DEL TEMPO #126: NOVEMBRE 1982 SU ATARI VCS

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Cari follower, bentornati alla Macchina Del Tempo per affrontare la panoramica sull’Atari VCS, o 2600 per i più giovani. Tra nuovi computer e nuove console, Atari aveva di che preoccuparsi al punto da immettere sul mercato il 5200, ma al VCS la folle corsa nei negozi interessava meno, dato che lui nelle case dei giocatori c’era già. Un vantaggio decisivo e una bella motivazione per gli sviluppatori che potevano lavorare sapendo di rivolgersi ad un pubblico ampio. In questi mesi, al cinema imperversava I Predatori dell’Arca Perduta, il primo film di Indiana Jones che non poteva non essere adattato in videogioco. La lesta Atari ne aveva acquisito i diritti e aveva affidato ad Howard Scott Warshaw la lavorazione del tie-in, a lui che si era fatto notare con il valido Yars’ Revenge. Warshaw, come suo malgrado dimostrerà anche con ET, aveva una certa vocazione per il gameplay convoluto e scarsamente intuitivo, qualcosa che nelle intenzioni il giocatore avrebbe dovuto capire col tempo. R

ALUM: la dottrina cristiana alla base di un'avventura grafica

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Concedetemi un piccolo spoiler così in partenza: mentre scorrono i titoli di Alum, gli sviluppatori dichiarano apertamente di essere stati ispirati da Gesù Cristo per la realizzazione di Alum. Nulla in contrario, ci mancherebbe, ma fa parecchio strano. Del resto, credenti o non credenti, noi italiani siamo stati inevitabilmente influenzati culturalmente da questa religione pur essendoci laicizzati sempre più generazione dopo generazione. Alum, invece, arriva dagli Stati Uniti, e la sensazione è che lo stesso Credo sia avvertito in maniera molto diversa e, come sempre, il resto della cultura sociale si fonde con quella religiosa restituendo un mix per forza diverso da quello che verrebbe fuori da noi. Alum è un continuo fare delle cose spinti dal dogma, dalla luce e dalla promessa della salvezza, senza metafore o modernizzazioni del concetto. Non sembra contemplare attualizzazioni del messaggio cristiano neppure nello scenario futuristico che si ritaglia. Oltre a ciò, è anche un&#

JIMMY WHITE'S WHIRLWIND SNOOKER: la vera fisica irrompe nel biliardo

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La genialità, a quanto pare, è versatile. Quantomeno lo è quella di Archer Maclean, developer britannico che nel corso degli anni Ottanta aveva raccolto standing ovation prima con Dropzone, poi con l'immarcescibile International Karate. Curioso come egli non abbia deciso di sfruttare i computer a 16-bit per dedicarsi a qualcosa di spettacolare, o forse sì, nascondendo i fuochi d'artificio sotto una cortina di sobrietà. Dopo anni ed anni di giochi di biliardo bidimensionali e quasi sempre dalla vocazione arcade, Archer Maclean decide di darci un taglio ed introdurre un motore fisico credibile nel genere. Il fatto che nessuno lo avesse fatto prima lascia intendere come i 16-bit fossero forse non ancora abbastanza, ma grazie al suo ingegno è stato capace di ottimizzare i processi di calcolo dei rimbalzi approfittando di qualche trucchetto. Jimmy White's Whirlwind Snooker è effettivamente una simulazione di biliardo, così accurata che qualcuno addirittura consiglia il